Negli ultimi anni dell’800 si diffuse e si affermò in Europa un ampio movimento di rinnovamento, di aspirazione al nuovo, al moderno,allo slancio giovanile. A fianco della liberazione dalla figuratività in pittura e anzi, anticipandola di poco, un fenomeno analogo si verificò per quanto riguarda la forma nell’architettura e nel design.
Per il territorio varesino,che diventerà provincia nel 1927,i primi anni del nuovo secolo segnano un profondo cambiamento indotto, nel modo di pensare,di vivere,dello sviluppo industriale. Nonostante gli evidenti squilibri territoriali e i drammatici problemi sociali,si assiste a un notevole incremento del benessere e della progressiva affermazione del ceto borghese quale nuova classe dominante,affascinata dal progresso,dalla ricerca di una relazione accettabile tra il modo di vita industriale e la salvaguardia di valori estetici. Sulla scia di una tradizione che collocava già nel ‘700 Varese come località turistica di villeggiatura,il versante che si affaccia sui laghi e alle pendici del Sacro Monte, si arricchì di ville,villette ed alberghi confortevoli.
Il Liberty rappresenta l’espressione artistica che, meglio di ogni altra,seppe tradurre in forme e immagini, i miti e le aspirazioni della nuova società che si andava delineando. Nella provincia di Varese il maggior consenso venne da imprenditori, capomastri, ingegneri, piccoli e grandi industriali che non solo commissionarono i propri palazzi di città e le ville di campagna,ma anche i luoghi di lavoro -fabbricati industriali e commerciali-.La prima comparsa del nuovo stile avvenne proprio in un edificio industriale: la fabbrica di birra Poretti a Induno Olona, con a fianco villa Magnani progettata nel 1903 dall’arch. Stacchini. L’edificio ispirato al repertorio di matrice tedesca,costituisce una delle migliori opere dell’architetto toscano,pulito e sobrio,prima di essere travolto dal titanismo che esploderà nel progetto della Stazione Centrale di Milano. Al capitale privato,quello pubblico è assente,si devono già alla fine dell’800 l’ippodromo delle Bettole,la tram via elettrica del Campo dei Fiori e della Valganna,decine di ville grandi o piccole,tutte nello stile che era ormai divenuto segno distintivo di una determinata società.
Nel 1905 fu fondata la Società del Kursaal con lo scopo di creare sul Colle Campigli una vasta area attrezzata per le attività di un turismo di èlite. Sorgono quindi un albergo,un ristorante,un teatro,sale da gioco ed esposizione,uno stand per il tiro a volo. La realizzazione viene affidata nel 1906 all’ arch. Gaetano Moretti uno dei migliori professionisti del tempo. In quegli stessi anni, Varese vede la presenza illustre e qualificata di Giuseppe Sommaruga (1867-1917) uno dei protagonisti del Liberty italiano. Nel giro di pochi anni, dopo il successo milanese di palazzo Castiglioni, il Sommaruga appronta e realizza sul territorio una sequenza di progetti di grande prestigio: il complesso alberghiero di Campo dei Fiori,con il suo corollario di ville sparse lungo il pendio del monte Tre Croci:- villa De Grandi, villa Edera, villa Mercurio, il Teatro, il Palace Gran Hotel sul Colle Campigli, la funicolare per il Campo dei Fiori, la stazione per la linea ferroviaria Varese Ponte Tresa. Il prestigio delle sue realizzazioni determinò ancora per anni il volto Liberty di Varese anche nell’edilizia minore,con una larga diffusione dei motivi tratti dal suo repertorio formale,aprendo così la strada ad altri professionisti e fornendo spunti ai costruttori e committenti locali. Questi ultimi poi indirizzarono la loro attenzione e i loro capitali verso un settore che proprio nei primi del ‘900 raccoglieva le aspirazioni della classe borghese: i cimiteri.
L’architettura funeraria,spesso trascurando le stesse connotazioni religiose, rivela chiaramente il desiderio di ostentare la propria ricchezza oltre la vita. Non solo cimiteri monumentali come Milano, Roma, Torino, Genova conservano opere mirabili,ma anche quelli di Varese Giubiano, Busto Arsizio vedono opere del Sommaruga, Butti, Pollini, Gambini…..Nello stesso periodo nel territorio varesino si diffonde una metallica vegetazione costituita dalle numerose applicazioni del ferro battuto che danno un’impronta floreale e aggiornata a strutture edilizie altrimenti anonime. Si realizzano quindi balconi,cancelli,incorniciature di vetrine,insegne. Di alta qualità artistica la figura di Alessandro Mazzucchelli, artigiano lombardo,che, dotato di perizia tecnica eccezionale,fu tra i grandi innovatori del Liberty. La sua famosissima bottega produsse ferri battuti di intonazione Art Nouveau che non trovavano rivali in Europa, tanto più che la forza di Mazzucchelli era tale da consentirgli un rapporto non subordinato con architetti e progettisti,tanto da poter imporre le sue forme e i suoi prodotti. Sommaruga e Mazzuchelli influenzarono tutta la regione,un ampio repertorio formale di elementi decorativi a volte pregevoli, più spesso banali e ripetitivi, applicati alla grafica pubblicitaria nei manifesti murali,nei giornali, nelle riviste, al figurino di moda, alle carte intestate di molte industrie che affidavano a quelle immagini il proprio messaggio pubblicitario. Le attività produttive, ampiamente diffuse nella provincia utilizzarono fin dai primi anni del secolo il repertorio decorativo floreale. La straordinaria vita dello stile floreale si esaurirà con lo scoppio della prima guerra mondiale: sarà la fine della breve stagione varesina della Bella Epoque e di un modo di vivere che nel Liberty aveva trovato un’immagine prestigiosa ed affascinante.