Tommasino Fini è figlio di Cristofaro ed è nato a Panicale. Tommasino e non Tommaso! Nel registro delle iscrizioni alle corporazioni dei medici e degli speziali in data 19 gennaio 1423 si legge…….”Tommasinus, filius Cristophari Fini Pictor”, il corrispondente nome latino di Tommaso è “Thomas” assolutamente diverso in suono e grafia. Panicale di Valdelsa, dice il Vasari nelle sue “Vite Scelte” del 1555, ma quale? Panicale (PG) dicono Vermiglioli, Brami, Mariotti, storici perugini,e Corsetti (1626)storico panicalese. Nessuno però è in grado di esibire patenti, nè precisare luogo e anno di nascita, e già questa carenza di documenti dovrebbe far riflettere. I fiorentini, hanno archivi probanti ed indiscutibili: parlano di Masolino più volte, nel 1423 nel 1427 e nel 1440. Le prime due volte in termini chiari; l’iscrizione del pittore alla corporazione dei medici e speziali (1423), al catasto (1427) e l’ultima volta in modo confuso nel registro dei morti (1440). Panicale sul Trasimeno non è Firenze. E’ un castello in ottima posizione strategica, ma proprio per questo terra di frontiera e di battaglie che ha subito l’alternarsi di svariati governi e padroni, che ha conosciuto l’onta del saccheggio ed ha visto molte volte le sue case in preda al fuoco, l’archivio comunale ha seguito questa sorte -se ne vedono ancora oggi le tracce- per cui il registro dei nati parte del 1576. Se dunque Masolino fosse nato a Firenze o nel suo territorio risulterebbe e se ne saprebbe con precisione la data.
Così non è, e se pur in negativo anche questa è una prova. Nel 1427 ser Cristofaro Fini iscrive il figlio Tommasino al catasto di Firenze-quartiere Santa Croce, gonfalone Bue- attribuendogli l’età di 43 anni. Se questo documento è attendibile, non si vede perchè non dovrebbe esserlo, Masolino è nato nel 1383 (la richiesta di iscrizione è del 1426). Stando però al Vasari, Masolino sarebbe morto a 37 anni nel 1440 e la sua data di nascita allora dovrebbe essere spostata al 1403. Ma allora Masaccio nato nel 1401 sarebbe nato prima di Masolino? Queste contraddizioni dovrebbero mettere in dubbio il “Vangelo” del Vasari! L’artista e il critico d’arte sono al di sopra di ogni sospetto per ciò che concerne le cose minute, ma su date e luoghi e piccoli fatti è sicuramente molto meno attendibile, con ciò senza voler parlare di malafede è possibile ipotizzare distrazioni od equivoci: Panicale in Valdelsa non c’era, c’era e c’è Panicale in val di Chiana, geograficamente, politicamente, economicamente in quei tempi e apparteneva alla diocesi di Chiusi fino al 1601.Il Vasari non specificò nei giusti termini il luogo, scambiando banalmente le due valli, del resto non sono le uniche sviste, più avanti ne riparleremo.Torniamo ora alla famiglia Fini.
Tra la varie verità che si trovano sulle origini di Masolino c’è anche quella che riguarda l’attività del padre”imbianchino” è stato detto, forse per dare una spiegazione a quei pennelli che Masolino si trova per le mani? Onorato e lodato vediamo a quale imbianchino ci troviamo difronte: quando c’è da fare un contratto chi lo fa? Lui; chi iscrive il figlio quarantenne alla corporazione? Lui; chi fa il contratto con Buondemonti? Lui; chi fa l’iscrizione al catasto, la denuncia dei redditi e riscuote? Lui;chi tiene la cassa e dirige la casa,almeno fino al 1429? Lui. Allora è forse più verosimile che questo signore sia stato, come altra tradizione vuole “Mastro di Posta” -più o meno funzionario od esattore-, se così fosse si potrebbe spiegare meglio quei fantomatici “arrivi e partenze” che caratterizzano la vita dei funzionari, arrivi dignitosi in pompa magna a seguito dei conquistatori e partenze improvvise, vere e proprie fughe quando la sorte gira contraria. Se consideriamo ciò che sta accadendo a Perugia – la reazione contro i Michelotti e i Ruspanti), non deve essere stata molto tranquilla la partenza della famiglia Fini dopo la morte di Gian Galeazzo Visconti. Masolino allora diciannovenne, strappato ai dolci sogno umbri, salutando i suoi colli e il lago si promise però di tornare. Negli archivi fiorentini sono stati rinvenuti recentemente tre documenti a firma di ser Cristofaro che la dicono lunga sulla capacità tecnico-amministrativa di questo personaggio.
Il primo documento è un contratto d’affitto (dicembre 1422) che ser Cristofaro stipula per il figlio e dimostra che i Fini a quel tempo erano appena giunti a Firenze. Il secondo (dicembre 1426) è lo “stato d’avanzamento” e “quietanza” del lavoro fatto da Masolino in Ungheria su commessa di Filippo Buondemonti (Pippo Scano-capitano di ventura-), il saldo -350 fiorini d’oro-è fatto dal Boundemonti ,a Firenze ,a ser Cristofaro in occasione degli obblighi catastali del 1427. Questo significa l’esistenza di un documento precedente (1425?) firmato dalle stesse parti e dalle stesse mani (il contratto triennale tra Buondemonti e Masolino per un lavoro da fare in Ungheria) e dimostra che Pippo Scano stava, come da tempo ormai,alla corte dell’Imperatore Sigismondo e che Masolino lo raggiunse là al seguito del Cardinale Branda Castiglioni. Il terzo documento infine è l’atto di emancipazione di Masolino (1429) a quarantasei anni,interrompendo così il rapporto padre-figlio, forse per l’approssimarsi della morte di ser Cristofaro. (continua)