Il villaggio di Tornavento s’affaccia da oltre sei secoli sul corso del Ticino. In periodo rinascimentale era un nucleo rurale di una qualche importanza, ora è una piccola frazione del comune di Lonate Pozzuolo che possiede una particolare e panoramica piazzetta che funge da balconata dalla quale osservare in successione il canale Villoresi, il Ticino, la pianura, le colline del Novarese e l’ampio arco alpino sullo sfondo. Fanno da corona alla piazzetta un’antica villa patrizia -residenza privata-,un’insieme rurale modernamente ristrutturato e la chiesetta di S. Eugenio che conserva una pala d’altare cinquecentesca.
Ma Tornavento è famosa soprattutto per l’aspra battaglia che si svolse nei suoi immediati dintorni il 22 giugno 1636, nell’ambito di quel conflitto di dimensione europea che prese il nome di “Guerra dei Trent’Anni” -1618-1648-. La guerra coinvolse i maggiori stati europei e portò con sé micidiali epidemie e lunghe carestie. La complessità della situazione geopolitica del tempo e gli accesi contrasti religiosi furono i due motivi dominanti del conflitto ai quali naturalmente si aggiunsero le mire egemoniche degli stati più potenti e le pretese indipendenze di alcune nazioni soggette. Il Norditalia venne coinvolto a più riprese nella guerra e la battaglia di Tornavento si inserisce in quella fase bellica che gli storici indicano come il periodo francese.
Oggetto della contesa era il territorio dell’antico Ducato di Milano e l’accesso alla pianura Padana. In quel periodo il suolo lombardo era governato dalla corona di Spagna con il naturale appoggio della casata d’Austria (erano tutti Asburgo): contro di essi muovevano l’esercito del re di Francia e del duca di Savoia. I mercenari francesi del maresciallo Crequì e le truppe sabaude oltrepassarono il Ticino (probabilmente per congiungersi con le altre truppe francesi che calavano dalla Valtellina) e si scontrarono dunque a Tornavento con l’esercito imperiale -austro- spagnolo del marchese Leganes, governatore di Milano.
Le cronache dell’epoca sono discordi sull’esito della battaglia che fu comunque molto cruenta anche se non determinante sull’esito della guerra. Tanto è vero che nel successivo mese di luglio le migliaia di franco-savoiardi e di imperial-spagnoli si trovavano in una posizione di stallo. Il peggio toccò alle campagne e ai villaggi lombardi per lungo tempo devastati dalle razzie degli invasori e presunti “padroni di casa”.