“Vi ringrazio per questo applauso di coraggio perché ne ho proprio bisogno” – Alfonso de Virgiliis esordiva così sul palco del Teatro della Pergola, a fianco al suo braccio destro, Marco Giorgetti, direttore di questo splendido Teatro fiorentino, durante la XXV edizione del Permio Galileo 2000, un premio da lui creato e promosso con tanta passione.
Si era emozionato per l’energia che lo circondava, i suoi amici e i personaggi di cultura e delle istituzioni. Mercoledì 29 aprile 2020 si è spento a Firenze. Lo ricorda anche il Sindaco della città Dario Nardella che nel suo cordoglio esprime: “Caro Alfonso, ricorderemo sempre la tua passione instancabile per la cultura e il rispetto per la cosa pubblica”.
Con l’amico Alfonso, con il Sindaco Dario Nardella, con l’allora Assessore Nicoletta Mantovani Pavarotti, e con il direttore del Teatro della Pergola Marco Giorgetti, avevo partecipato con un intervento artistico a UNITY IN DIVERSITY, nel 2015, un forum internazionale per la Pace a cui avevano preso parte un centinaio di Sindaci provenienti dalle città di tutto il mondo. Due giornate straordinarie per Firenze che culminavano grandiosamente in bellezza, come piaceva ad Alfonso, con il Premio Galileo 2000 in cui, tra gli altri, l’Alfonsone – lo chiamavamo affettuosamente noi amici – aveva premiato la principessa Haya Bint Hussein di Giordania per il suo impegno per la pace ed altri tra cui, Dario Fo e Tim Robbins.
Purtroppo il virus ha colpito la sua salute già precaria e ce lo ha portato via. Era un amico con cui ho trascorso tanti momenti di vita e diverse estati insieme, nella sua Pescara, insieme agli avvocati Maria Elena d’Amico e Maria di Ielsi. È molto triste, e fa anche molta rabbia.
Sono stata ferma qualche giorno per questa storia, ma non voglio perdermi d’animo. Ciò che mi motiva a reagire, soprattutto, è il fatto che in questo frangente storico, dobbiamo riprenderci le nostre libertà, e bisogna combattere una sfida etica per la dignità della nostra società civile, troppo spesso in mano a dei prevaricatori. Troppa umanità superflua, diceva Hanna Arendt.
Condivido pienamente la domanda che pone, in questo contesto, il prof. Donato Santarcangelo in un suo scritto (Pan-demos. Alla ricerca di un nuovo pensiero, 2020). “Quale è la pandemia ci ha veramente contagiati? Forse quella dello stesso Logos?” – trovo pregnanti queste riflessioni dello psicoanalista, in particolare la distinzione tra il logos delle culture del vicino oriente, inteso come essere, e il logos della cultura Greca (e quella occidentale che ne è derivata) che è inteso, invece, come ragione e conoscenza. Dal momento che, proprio da qui – a mio avviso – ne deriva una diversa concezione di libertà. Nel primo caso direi che c’è una aderenza all’essere e dunque una staticità, mentre nel secondo caso c’è un rispecchiamento, un muovere dall’essere alla ricerca conoscitiva. Noi antichi occidentali, dobbiamo renderci conto dell’unicità del nostro concepire la libertà e la conoscenza. Per questo dobbiamo impegnarci civilmente, per una società libera, come il nostro Alfonso de Virgiliis ci ha insegnato. Se soltanto chi ci governa ne fosse minimamente consapevole…
Alfonso, ti applaudiamo ancora, per il tuo coraggio e perché tu “sei energia da entusiasmo”. Sei stato grande. Proteggici. (discorso di Alfonso de Virgiliis alla presentazione della XXV edizione del Premio Galileo 2000
Erica Tamborini