Il cardellino è una delle specie di uccelli più conosciute dato che fa parte dell’avifauna selvatica delle nostre zone e non di rado si vede sui nostri alberi. E’ un passeriforme che appartiene alla famiglia dei fringuelli della quale fa parte anche il canarino. A differenza di quest’ultimo, il cardellino ha il becco più lungo e sottile ed una mascherina rossa, inoltre è riconoscibile per una calotta nera sul capo, un colore brunastro della livrea e il ventre bianco. Una caratteristica che distingue il maschio dalla femmina è che quest’ultima ha le spalline brune mentre nel maschio sono nere. Di questo volatile è classificata una sola specie con numerose sottospecie che provengono da zone geografiche lontane tra loro, dalla Siberia al nord Africa al nord Europa.
Ci troviamo difronte a un uccello leggendario perché l’iconografia pagana e cristiana lo ha reso familiare a tutti. Nelle “Metamorfosi” di Ovidio è una delle Pieridi, Acalante, trasformata da Atena in uccello perché aveva osato sfidare le Muse del canto. Inoltre nelle antiche culture era simbolo dell’anima che vola via al momento della morte.
Non va infine dimenticato che nella tradizione cristiana, il cardellino si infila nelle spine della corona di Gesù per cercare di estrarle, da qui la famosa macchia rossa sul capo.
Tradizione e miti a parte, il cardellino è sempre stato apprezzato per le sue doti canore ed il suo gorgheggio, unico e tipico di questa specie. Purtroppo, proprio a causa delle sue abilità canore, questo volatile ha subito fin dai tempi più remoti la cattività, tolto dal suo ambiente naturale e rinchiuso in piccole gabbie per ascoltarne il suo canto.
Negli ultimi anni fortunatamente il cardellino è stato incluso tra le specie protette e quindi siamo sicuri di sentire ancora lungo il suo bel “Canto Libero”