L’attuale maggioranza di Governo ha approvato nuove disposizioni in tema di sicurezza in forza di un decreto legge. Si tratta del decreto legge n. 48 del 11.4.2025
Molti esprimono dubbi e perplessità che qui condividiamo, non tanto perché verosimilmente questi nuovi strumenti giuridici possano davvero esser impiegati per mettere a rischio le regole della attuale democrazia quanto piuttosto perché consegnano e affilano le armi nelle mani di chi un giorno potrebbe volerne abusare.
Il rischio pertanto non sembra concreto ed attuale ma futuro e possibile.
La nuova disciplina ha impiegato lo strumento della decretazione d’urgenza per reprimere le rivolte nelle carceri, l’accattonaggio, l’imbrattamento, l’uso della cannabis light, nonché per regolamentare le ipotesi di reato che vedono coinvolte madri incinte nel tentativo di sfuggire alla giustizia, le proteste su strada e i blocchi ferroviari Fra l’altro vengono introdotte aggravanti prive di logica come quella per i reati commessi vicino a una stazione e i reati di lieve entità vengono trattatati come crimini gravi. Sono introdotte maggiori tutele per le forze dell’ordine e il personale di sicurezza per la tutela della proprietà privata contro le occupazioni abusive, prevendendo pene più severe e sgomberi immediati, nonché misure per migranti e centri di intrattenimento
L’Avvocatura non condivide queste scelte politiche ed è mobilitata. Il 5, 6 e 7 maggio 2025 L’Unione delle Camere Penali Italiane ha deliberato l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale per i giorni del 5, 6 e 7 maggio come forma di protesta contro il c.d., Decreto Sicurezza n. 48 del 2025, approvato lo scorso 11.4.2025.
L’Avvocatura critica la lesione dei principi costituzionali in quanto queste norme “introducono nuove forme di reato e circostanze aggravanti senza alcun fondamento giuridico razionale; prevedono aumento delle pene in modo sproporzionato; criminalizzano la marginalità e il dissenso”
Questa articolata normativa deve esser letta alla luce di una precisa volontà politica quale è quella che il Governo ha espresso sin dall’inizio nel suo insediamento.
Il primo intervento legislativo del governo Meloni fu in tema di rave party.
Quindi, fra i mille problemi acuti e indifferibili che l’Italia conosce, il Governo Meloni ha valutato che questo fosse il primo provvedimento da prendere.
Cosa c’è a monte? L’idea che l’Italia debba esser governata con le forze dell’ordine? Che la dialettica non sia oltremodo condivisibile?
Preferisco rileggere queste scelte politiche e giuridiche sul piano storico e ricordare quanto in un recente passato è occorso in Argentina.
Nel 1977 si sono svolti i tragici fatti delle cosiddette suore volanti. Leonie Duquet e Alice Dumon sono due suore francesi sequestrate e torturate nel dicembre 1977 quanto l’esercito al poyere gettava in mare con un aereo della marina le monjas voladoras.Il regime avversava i movimenti di opinione avversi e quanti protestavano sostenendo un gruppo di madri di Plaza de Mayo.
Emilio Massera, capo della Marina, in fuga dalle pressioni del governo francese dall’esercito della dittatura ordinerà di inscenare un finto sequestro delle suore per mano dei Montoneros per poi liberarsi dei corpi con quelli che venivano chiamati voli della morte.
Unitamente a Leonie Duquet e Alice Dumon il regime fece scomparire l’intero gruppo della Chiesa di Santa Cruz di Buenos Aires, luogo in cui si riunivano clandestinamente, oltre a Esther Ballestrino , Maria Ponce, Azucena Auad, Remo Berardo Raquel Bulit, Horacio Elbert, Josè Fondevilla, Eduardo Horane e Patricia Oviedo.
Fra i dispersi figurava anche il nome di Gustavo nino, un ragazzo che partecipava alle riunioni fingendo di essere un familiare di un desaparesido. In realtà era il falso nome di Alfredo Astiz, un infiltrato dl Grupo de Tareas 322, un gruppo specializzato in operazioni illegali sotto il controllo dell’Esma.
Solo dopo quarant’anni di cui cinque di processo ci saranno le prime condanne in Argentina. Alfredo Astiz sarà condannato all’ergastolo per i reati di omicidio, tortura e violazione dei diritti umani commessi durante gli anni della dittatura militare. Oltre che per l’omicidio delle suore sarà condannato pure per l’uccisione di Azucena Villaflor e del giornalista Rodolfo Walsh.
Ebbene, le attuali riforme si pongono sul solco di un declino giuridico e civile che francamente vorremmo evitare.
Michele Picerno