Una replica all’editoriale del Direttore di “insubrianet.it” credo sia inevitabile e doverosa, nella misura in cui ne va accolta la sfida: perché davvero, grazie alla proposta avanzata dal Direttore del nostro portale, si può educarci a un gioco che si chiama “democrazia inclusiva” andando a destrutturare – per dirla con modalità post-moderne – la spettacolare inaugurazione dei Giochi Olimpici di Parigi che, si è visto, ma è sfuggito purtroppo ai più, mettevano in campo la stessa capitale francese, culla della modernità occidentale e dunque europea da cui – piaccia o non piaccia – dipende l’oggi, dai cellulari ai computers portatili e l’insorgente “intelligenza artificiale”, tutti i supporti tecnologici che facilitano la nostra stessa vita quotidiana, le sue sfrenatezze consumistiche, i suoi tanti egoismi, ma anche gli impensabili avanzamenti che hanno reso la vita della collettività assai migliore.
Mi sono improvvisato “inviato speciale” di questo veicolo, di “insubrianet.it” e sono corso a Parigi, per i Giochi Olimpici! Ho assistito partecipando in prima persona all’evento inaugurale e personalmente ne sono stato entusiasta.
So bene che certi passatisti hanno espresso il giorno stesso, l’indomani, e esprimono tuttora diniego e un profondo disagio frammisto a repulsione per questa modernità offerta da una cerimonia geniale: era preferibile, per costoro, l’ingiustizia e la miseria dilaganti nel passato contro cui si è levata Parigi, nel Settecento, era preferibile, per costoro, la avvilente e offensiva (per il genere umano) povertà dell’incolto e misero popolano ubbidiente, e dunque dell’umanità derelitta, delle masse dei miserabili – complice certo cattolicesimo bigotto e retrogrado asservito più di quanto non si creda al capitale – che almeno consentiva ai ricchi di guadagnare punti o indulgenze pro Paradiso, attraverso le elemosine! Per carità, non la dignità del lavoro, ma la povertà estrema e cronica che si affida alle elemosine, in linea con altre coercizioni come la messa al l’indice dei libri proibiti, eredità dell’Inquisizione, la Santa Inquisizione che da noi europei ha fatto disastri, compensata dai disastri della Riforma a cui si tiene sottobraccio la Controriforma, oggi pallidi ricordi, però, rispetto a fenomeni come il nazismo e lo stalinismo e, per venire all’oggi, rispetto alle insofferenze e manchevolezze brutali (violente, spesso) d’altre confessioni monoteiste tuttora in atto, anacronisticamente, fors’anche più intolleranti nei riguardi degli “altri” che nel passato, prossimo e remoto. Su tutto, però, domina la logica finanziaria e il sistema vessatorio estremo del mercato dell’alta finanza – sfidante ogni trascorso storico che, quanto a cinismo, batte in breccia a mani basse – è proprio quello che s’è inventato un pil globale radicato sul mercato finanziario cui le concretezze esistenziali di tutti sfuggono e restano estranee: l’esempio cinese, l’esempio indiano, insegnano. Perdono, dovrebbero insegnare, ma nessuno sembra prestarvi attenzione.
Torniamo alle Olimpiadi parigine, ch’è meglio, giusto per uscire dalla palude popperiana in cui ci ha cacciato la feroce globalizzazione dei mercati finanziari cui soggiace, supina, istupidita, anche l’Unione Europea.
Ebbene, la cerimonia scansonata-raffinata di apertura di questa edizione 2024 dei Giochi Olimpici che hanno per scenario principale – ma non unico – Parigi, la bellissima capitale della modernità erede non solo dei lumi e della Rivoluzione, ma anche di Napoleone e delle modernità che sono seguite e madrina del tempo presente per tutti, da Occidente a Oriente, checché se ne dica, questa cerimonia al passo con la contemporaneità e consapevolmente rivolta all’immediato futuro che ha fatto inorgoglire i francesi e inferocire i passatisti italioti, senza eccezioni, purtroppo, merita più di un commento e grande attenzione. Tanto più, alla luce della figuraccia fatta dai cronisti Rai sprofondati nel ridicolo di una incompetenza tremenda, di una ignoranza crassa, di una superficialità sciatta e a dir poco imbarazzante, che, di fatto, ha offeso e danneggiato l’utenza pubblica, conseguentemente turlupinata dalla mancata informazione di merito, poiché si è negata una lettura consapevole, avvertita, di quanto veniva presentato e spettacolarizzato.
Ergo, ha ragione il Direttore di questo portale: educhiamo attraverso un magnifico e divertentissimo gioco, questo gioco a premi che sto per proporre. Colmando, al tempo stesso, le inadempienze – colpevoli – dei nostri cronisti Rai.
Riconoscere i luoghi di Parigi, – questo è il gioco – e i contenuti dichiarati o palesi ovvero elusi e occultati d’ogni quadro, d’ogni rappresentazione offerta nel corso della cerimonia avente per scenario Parigi, l’intera capitale francese; identificare tutte le implicazioni offerte, da quelle visive ai differenti scenari implicati che hanno coinvolto tutte le istituzioni parigine, il percorso musicale offerto, ricco di rimandi storici anch’esso e di aperture verso il futuro. Chi è in grado fra tutti i lettori del portale di decodificare – destrutturando la spettacolare kermesse olimpica – tutti questi contenuti che in molti hanno colpevolmente ignorato senza farne il menomo accenno (che vergogna! E che giornalismo d’accatto e miserabile il nostrano! Su tutto la pessima e laconica cronaca Rai, davvero una pena) e che invece meritava d’essere additato e motivato. Tutte le proposte offerte nel corso della cerimonia inaugurale dei Giochi traboccavano di saperi, brillando di intelligenza, di raffinatezza, di ironia. Dunque, chi è in grado di decodificare quanto è stato presentato nel corso della manifestazione?
Suggerisco almeno tre piste (principali) da esplorare, per dare avvio al gioco: la pista musicale, la colonna sonora e canora e ballata dell’inaugurazione olimpica; la pista dei rimandi alla storia che ha visto protagonista Parigi tra Settecento – il secolo filosofico – e contemporaneità; la pista dei luoghi di Parigi e dei loro significati simbolici e quella dei temi, peraltro dichiarati: libertà, fratellanza, eguaglianza ecc..
Dovrebbero seguire altre piste minori, perfino i sentieri meno evidenti, ma facciamo un passo alla volta. Istituiamo anche un premio per chi saprà arrivare a meta seperando almeno il 51% dei contenuti della cerimonia inaugurale! Una intervista pubblica, per cominciare. Il resto si vedrà. Nel senso: sarà oggetto di proposte che non posso ne devo rivelare adesso.
Grazie a tutti coloro che accoglieranno questa sfida – specie i giovani che son più svegli e bravi dei maturi e vecchi lettori poco avvezzi all’uso degli strumenti elettronici, “intelligenza artificiale” cosiddetta, in testa, e sanno come fare per sciogliere tutti i nodi proposti e magari suggerirne di nuovi.
In questo modo ci si autoeduca e si risponde schiaffeggiando i babbei che hanno inscenato ridicole critiche e maldicenze puerili, giusto perché non hanno ancora saputo fare i conti con la storia e non riescono a digerire la verità storica: relativa, certo, parziale e sempre di parte – ogni narrazione storica lo è per definizione – ma fondata tuttavia su concretezze inconfutabili, quanto inesplicabili, molto spesso.
Come giocare? Smontare passo passo la cerimonia e ricostruire ora i luoghi di Parigi, dando conto di ognuno: questo sta per e vuol significare ecc.; ora i ponti sulla Senna; ora i monumenti; ora i richiami proposti dalle apparizioni di questo e di quello: per esempio, le “grandi donne” della Francia, ma anche i grandi temi; ora la colonna sonora, cantata, ballata e i varii protagonisti d’essa; ora i rimandi più sottili e segreti che intrecciano i varii percorsi tematici e finalmente le particolarità. Faccio un esempio per tutti: gli atleti dell’Algeria a un certo punto hanno sparso con bel gesto delicato e emozionante sull’acqua della Senna boccioli e petali di rose, un gesto poetico bello e commovente. Perché commovente? Perché era un omaggio-ricordo delle vittime delle proteste pro-libertà algerina: quei manifestanti aggrediti e gettati nella Senna dalle forze dell’ordine, in questo caso tradottesi in forze della violenza e del potere crudele e autoreferenziale, in palese conflitto coi valori fondativi della Francia rivoluzionaria e attuale. Un atto di riparazione e di pietà sia da parte algerina sia da parte francese che tutta Parigi, la Francia, l’intero mondo che partecipa e segue i Giochi Olimpici ha condiviso e dunque un pur minimo sollievo retroattivo e, verso il futuro, un pensiero di futura pace, di perdono, di felicitante speranza.
Vediamo dunque se le cose stanno meglio di quanto non si possa supporre rilevando i tristi segnali di purghe e censure contro, tanto per restare in tema, la libertà di stampa, oggi in atto in termini – questi sì di per sé parlanti e rivelatori – che richiamano il passato, lo storico e purtroppo da molti nostalgicamente ricordato ventennio, in ogni caso una dittatura, di per sé una realtà illibertaria, mai dimenticare. Seppur senza rancore e invece distribuendo rose profumate.
Dunque, buon gioco a tutti!
Massimo Vedibene