Alcuni giorni fa su invito del Sindaco di Cairate si è tenuto un incontro con altre amministrazioni locali, funzionari delle FNM e tecnici della provincia di Varese per discutere un progetto “Valmorea”. visto lo stanziamento regionale di parecchi euro per uno studio di fattibilità. Su questo argomento mi piace ricordare quanto detto da Antonio Bianchi, allora direttore dell’Ente locale del Turismo di Coldrerio, nel convegno Italo-Svizzero tenutosi a Castiglione Olona “RIPRISTINO FERROVIA VALMOREA” il 25-26-27 settembre 1981 con la partecipazione di presidenti, funzionari, tecnici e politici delle due nazioni.
” In un momento particolarmente importante, ancorchè delicato e fragile,dettato dalle precarie condizioni economiche che travagliano tutte le nazioni, trova posto nel contesto globale delle possibilità di trasporto, lo studio per l’attraversamento alpino.Le possibilità sono concrete,l’impegno ed il contributo notevole. Avremo quindi nuove gallerie alpine attraverso il San Gottardo od eventualmente lo Spluga? Una domanda questa che può trovare risposta in un’analisi specifica portata sui costi e sui benefici che l’esecuzione di queste importanti opere, potrà comportare nella sua globalità. Ma mi si permetta di obiettare che l’investimento pubblico non dovrà fermarsi solo su posizioni di assoluta preminenza,ma dovrà toccare problemi e cose,che pur trattati marginalmente,rivestono senza ombra di dubbio la stessa importanza.
Mi riferisco in questo contesto al problema che ha saputo dare lo spunto ai promotori di questo convegno per il recupero della Ferrovia della Valmorea. E si tratta in effetti di poter finalmente concretizzare un lavoro che a troppe riprese è stato portato sulla cresta dell’onda,ma che regolarmente è stato lasciato naufragare per motivi, che secondo il mio modesto parere,avrebbero potuto essere facilmente confutati. Pur avendo alle mie spalle, un passato di ben venti anni spesi al servizio di una grande impresa di trasporto, le Ferrovie Federali Svizzere, non mi è stato mai possibile esprimere ufficialmente la mia posizione, su un problema che nel contesto e nel concetto globale dello studio sulle vie di comunicazione Nord-Sud racchiude oggi più che mai importanza vitale e incontestabile. Non si può assolutamente immaginare e neanche lontanamente credere che il persistere di una caotica situazione sulla dorsale della più grande via di trasporto come quella del San Gottardo,possa ancora nel futuro se non di breve durata,tollerare una situazione che di anno in anno si fa sempre più insostenibile.
Questo stato di cose, assolutamente non può essere imputato alla maggior azienda Svizzera, che ne subisce gli effetti deleteri,ma che deve essere corrisposta incondizionata responsabilità a chi,al confine tra Italia e Svizzera,da troppo tempo non è in grado di seguire il passo di questa evoluzione. Mi sembra corretto,senza naturalmente alcun spunto polemico,fare preciso quanto duro riferimento,alla persistente situazione di disservizio che a Chiasso,regolarmente blocca le attività commerciali. E non solo quelle,poche sono le possibilità di trasporto internazionale di viaggiatori che garantiscono rapida e sicura coincidenza. Un lavoro estenuante, impegna quei dirigenti che costretti da impellenti necessità, ad operare in condizioni di emergenza,raggirando l’ostacolo garantendo la partenza di solo convogli di traffico urbano. Sono considerazioni queste che devono far meditare toccare pure quei responsabili che devono assumersi precise quanto singole responsabilità. Scoraggiare,boicottare o solo anche passivamente eludere possibili altre iniziative,corrisponde ad azione indegna all’indirizzo di chi si china su un oggetto che in modo precipuo tocca gli interessi vitali della vostra e nostra regione. I fatti che personalmente oso definire storici,che hanno portato alla realizzazione nel lontano 1925 della linea Mendrisio-Stabio-Valmorea-Castellanza. meritano di essere ricordati.
A tutti gli effetti,i dirigenti di allora della “Gottardbahn”già avevano posto la loro particolare attenzione alla realizzazione di quella linea più avanti citata in quanto ritenuta di più facile esecuzione e avente come capolinea Mendrisio. Diretta penetrazione nel cuore industriale e commerciale della Lombardia e del Piemonte. Una linea questa facile,nessun dislivello,nessun ostacolo naturale.Ed infatti, il lungimirante pensiero dell’ ing. Ettore Brenni,cittadino di Mendrisio, portò in breve tempo alla concretizzazione di quest’opera che in soli dieci mesi potè essere messa a disposizione e quindi inaugurata il 1° giugno 1929. Purtroppo breve fu la sua esistenza, le difficoltà del momento,politiche ed economiche avevano causato il completo dissesto dell’intera gestione,ne va dimenticato l’assoluto diniego delle autorità di allora, di poter disporre di un posto doganale a St. Margherita di Stabio. L’assenza assoluta poi di collaborazione da parte delle direzione delle Ferrovie dello Stato era l’ultimo atto che venne a segnare l’inizio della fine. Completato quindi questo difficile e poco presentabile quadro,non risultavano alla luce degli avvenimenti,altre soluzioni, se non quella di procedere alla soppressione dell’esercizio.
Ma se le conseguenze per questa linea furono negative ed immediate,a distanza di anni le stesse ripercussioni, inversamente proporzionali, toccano oggi una grossa piazza commerciale, come oggi può essere definita quella di Chiasso. Gottardo-Chiasso-Milano vuol dire oggi intasamento completo, disservizio generale, perdite economiche ingenti. Punti questi che meritano di essere messi in giusta luce, in quanto il cittadino, l’industriale, l’autorità deve realmente conoscere l’esatta quanto precaria posizione dello stato delle cose, deficienze delle Ferrovie Stato, conosciute fino in Finlandia. E non è questo egregi signori fenomeno casuale, ma realtà quotidiana, che si acutizza in periodi ben definiti dell’anno con desolante regolarità. Durante l’estate trascorsa, si potevano contare quotidianamente fermi a Chiasso, rifiutati da FS ben 1500 carri. Dalla Germania alla Francia, nel Benelux nonchè dalla dorsale gottardiana un numero considerevole di treni completi quantificabili dagli 80 ai 150 convogli, con punte massime di 202 treni al giorno,il cui valore commerciale di questi che io oso definire “beni di viaggio” raggiungeva persino la rispettabilissima cifra di sei miliardi di franchi Svizzeri. Da aggiungere, la precarietà delle infrastrutture di questa vetusta linea inaugurata nel 1876, che da sempre ha dovuto subire particolare cura, vuoi per la fragilità della galleria di M.te Olimpino, vuoi per le difficoltà di esercizio sulla ardua rampa che da Como porta a Camerlata. Esercizio sicuramente irrazionale, addirittura inconcepibile ai nostri giorni. Ma veniamo a quella che può essere l’opposizione ingiustificata della FS.
Contrasto che è di sicuro ostacolo al ripristino della Valmorea. Egregi Signori,è assolutamente impensabile che si possa ancora a lungo stare a guardare. Sicuro come è sicuro che la causa di questi disagi,derivi dalla posizione delle Ferrovie dello Stato, è pur anche sicuro che il recupero della Castellanza-Mendrisio “intelligente linea di penetrazione nel cuore economico dell’alta Italia”, risulta essere l’unica proponibile soluzione. Non si può assolutamente parlare di concorrenza alla vostra impresa di trasporti, bensì occorre parlare in termini di aiuto a sollevare qualcuno dalle croniche quanto rinomate deficienze. Lo stesso traffico,che per altre vie,l’esperienza d’altronde insegna,che oltre ad alleviare l’impegno delle FFS,solleva la consorella italiana, portando la caotica situazione di circolazione odierna ad una sensibile e migliorata posizione. Il sistema di lavoro in auge deve essere definito in termini allarmanti improduttivo e costoso. Non devono meravigliare nessuno, la costante presentazione dei risultati d’esercizio indicanti cifre rosse. Gli ultimi studi socioeconomici, indicano inconfutabilmente che l’amministrazione delle FFS ha potuto registrare per l’anno 1980 ben 600 milioni di perdita, per trasposti che hanno abbandonato le linee Svizzere in direzione dell’Italia, non è forse un vero dramma questa non tanto larvata operazione delle FS? E brevemente gentili signori e signore, un accenno all’importanza turistica di questa linea “romantica”
Nella mia qualità di direttore dell’Ente locale del Turismo, non posso che aggiungere un’altro punto a favore dell’oggetto che ci vede impegnati in questo congresso. Occorre dare possibilità celeri di transito a tutti i nostri ospiti visitatori. Non è nuova la richiesta svizzera di inserire sulla tratta Lugano-Milano un collegamento rapido, infatti si chiede questo da tre anni ai dirigenti competenti italiani, ma la risposta è stata fin ora negativa. Pur non potendo valutare o prevedere un servizio di traffico locale,tornerebbe molto utile garantire una nuova disponibilità che potrebbe essere quella della Valmorea. Concludo egregi signori affermando che se fino ad oggi è stato detto ma non altrettanto è stato concluso da oggi dovremmo invertire le posizioni. grazie.”
(Antonio Bianchi)