Giornico è un paese della val Leventina a pochi chilometri a nord di Bellinzona,famoso tra gli storici per la battaglia che qui si combattè nel dicembre 1478 e che vide tra i protagonisti le truppe del duca Milano e e le milizie di valligiani leventinesi sostenute da truppe regolari svizzere. La vittoria fu dei secondi e potremmo paragonarla a Davide contro Golia, ma la vittoria o la sconfitta, come spesso accade, fu celebrata o ridimensionata a seconda della convenienza dei vincitori o degli sconfitti.
Spesso in tempi a noi vicini , 800/900 la battaglia è diventata terreno di scontro tra i partiti “elvetisti” e “filoitaliani” e corrispondenti a opposte storiografie. Oggi, stemperatesi le polemiche si sono fatti passi avanti nella ricostruzione oggettiva degli avvenimenti e del loro contorno, merito alla recente pubblicazione di un volume della collana Ticino ducale,contenente un’ampia documentazione dello scontro. Così come accade per guerre e battaglie a noi assai più vicine, anche nel caso di Giornico, contorno imprescindibile alle imprese militari fu infatti quello che oggi si definisce il fronte dell’informazione.Vuoti e lacune nelle fonti disponibili non ne mancano,ma davvero puntuale è la ricostruzione permessa dai documenti dei due mesi in cui si svolsero gli scontri fino al momento decisivo della battaglia di Giornico :Fonti attendibili narrano che alla corte di Milano le prime notizie di un possibile attacco svizzero, ancora incerto nella direzione (Val d’Ossola, Locarno, Bellinzona, Valtellina)giunsero all’inizio di novembre del 1478. A scrivere, assai preoccupati, erano ufficiali ducali, come il commissario di Bellinzona,il capitano di Domodossola,e feudatari come il conte Pietro Rusca, dal suo castello di Locarno e alleati come il signore della Mesolcina, conte Enrico Sacco.
Ma a Milano,ove la situazione politica da un paio d’anni conosceva una certa instabilità,la risposta fu tutt’altro che pronta.Il duca Galeazzo Maria, era morto assassinato il 26 dicembre 1476, lasciando il titolòo ducale a un bambino Gian Galeazzo (1476-1494). A reggere le sorti del ducato era quindi la vedova duchessa Bona,affiancata da un consiglio di reggenza guidato dal segretario Cicco Simonetta, nelle cui mani si concentrava di fatto tutto il potere.In opposizione al Simonetta si muovevano alcune potenti famiglie milanesi e gli stessi fratelli del defunto duca:primo fra tutti Lodovico il Moro, in effetti destinato di li a poco ad assumere le guida dello stato.Preceduti da scorribande condotte dai valligiani della val Leventina, gli eserciti,regolari svizzeri giunsero a Bellinzona intorno alla fine di novembre. La terra fu cinta d’assedio e al principio di dicembre la stessa Murata aggirata.Fanti confederati si spinsero fino a Lugano e il panico si diffuse in tutta la regione tra il lago Maggiore,Varese e Como. (fine prima parte)