Nella nostra società il judo, (tradotto Via della cedevolezza) oggi più che mai, rappresenta lo sport che favorisce la crescita armonica del bambino sia dal punto di vista fisico che psicologico. I bambini di oggi trascorrono molte delle loro giornate occupati in attività di vario genere, siamo in una realtà infantile dove l’appartamento ha sostituito il cortile. All’ interno di queste realtà, lo sport diventa una valvola di canalizzazione per l’energia inespressa del fanciullo. Tra tutte le attività sportive il judo di certo si colloca in una posizione importante. Sul tatami i bambini imparano la socializzazione, il rispetto dell’avversario, convertono la loro aggressività in momenti di gioco finalizzati all’insegnamento di regole. Di certo sviluppa nel bambino una sicurezza maggiore e lo aiuta ad affrontare il quotidiano in modo differente. Il famoso pediatra Marcello Bernardi afferma: “Il Judo è uno strumento per cambiare il mondo!”. Questo sport, insegna a dare senza chiedere nulla in cambio, è un atteggiamento mentale che porta al miglioramento personale e quindi della comunità in cui si vive. Se questo messaggio di miglioramento personale si può insegnare in giovane età, è sicuramente un modo per avere una società futura migliore. Il fondatore dello judo, Jigoro Kano, , nacque nel 1860, il suo obbiettivo, era di sviluppare con ricerca e sperimentazione, l’intima essenza del Judo, che faceva convergere forza e grazia. Nelle due “massime”: “tutti insieme per progredire” attraverso “il miglior impiego dell’energia” Jigoro Kano affermava che la prima costituisce il modo di agire che è rintracciabile nell’armonia e nella cooperazione, mentre la seconda è fondamentale allo sviluppo e miglioramento personale, sfruttando le singole potenzialità. Resta comunque il confronto con gli altri e la ricerca del propri meglio che fanno di un allievo un bravo judoka. Dopo una piccola lettura, presumo che l’unica alternativa sia quella di scendere in campo…anzi sul tatami.
Barbara Sersale