Paese dai panorami struggenti e dalla cultura antica
Armenia! Già la parola evoca un luogo bellissimo, vario nella morfologia e nei paesaggi, ampio, sconfinato come quello in cui vagava il leopardiano “pastore errante nell’Asia”!Il suo nome originario-Haystan- significa “la terra di Haik”, che secondo la leggenda era figlio di Togarmar, nipote diretto di Jafet, figlio di Noè; non a caso, il racconto biblico ci informa che, dopo il grande diluvio, l’arca di Noè si arenò sul Monte Ararat, che tuttora (pur essendo in territorio turco è costantemente rivendicato dagli armeni come sacro alla patria) incombe sull’intero paese e perciò da ogni angolo se ne può ammirare la splendida e austera mole.
Il vocabolo Armenia -attribuito a questa terra dalle popolazioni vicine-deriva da Armenak, discendente di Haik, uno dei grandi condottieri del popolo armeno. Altre fonti del sesto secolo a.C.usano il termine Nairi che significa” terra dei fiumi”. Qui è nato il vino, prima che i Greci venerassero Dionisio e i Latini Bacco: testimonianze archeologiche datano la produzione di vino in Armenia a più di 4.000 anni prima di Cristo (la parola “vino” deriva dal termine sanscrito “vena”, formato dalla radice “ven”-amare- la stessa che ha originato la dea dell’amore Venere). Si tratta in effetti di un fazzoletto di terra circa 30.000 kmq, un altopiano racchiuso dai mari Nero e Caspio -ma non ha sbocchi su alcuno dei due-, dalle catene del Caucaso e dell’Ararat e dalle pianure dell’Iran e dell’Azerbaijan: in compenso è caratterizzato da un’enorme varietà di paesaggi, dovuti al substrato geologico e al clima: si passa da zone desertiche e semi/desertiche a steppe, ricche di pascoli sia umidi sia magri, a montagne coperte di foreste, fino a 2.000 m e più, ammantate di prati dai colori cangianti a seconda della stagione.
Tali paesaggi permettono l’esistenza di una grande diversità di habitat: si tratta di uno degli ecosistemi più bio/diversificati al mondo: chi è alla ricerca di ambienti ancora integri, qui trova soddisfazione. Ma non soltanto di paesaggi, ancorchè esotici,vi vogliamo parlare; in Armenia la civiltà umana ha visto gli arbori (attorno al 9.000 a.C. i primi abitanti della regione costruirono una delle più antiche culture conosciute –Shulaveri-Shoum- tanto da affermare che gli Armeni sono uno dei sottogruppi più remoti degli indoeuropei), si è evoluta ed ha raggiunto invidiabili fulgori, nonostante le aggressioni, le guerre, le rivoluzioni, la colonizzazioni, il genocidio:il popolo armeno ha subito, nell’indifferenza internazionale, di allora e di oggi, una silenziosa diaspora di oltre otto milioni di persone!
Tale lunga storia ha lasciato una teoria di monumenti, tanto antichi quanto interessanti, legati al presidio e alla protezione del territorio -fortezze,rocche e castelli -ai traffici ed ai viaggi (qui passava la famosa “via della seta”)-caravanserragli-alla religione -splendidi monasteri, acme dell’architettura medioevale. Questo piccolo paese (grande nell’antichità) esprime un’offerta turistica da non sotto valutare per la quantità e qualità delle sue componenti: colpiscono gli incontaminati paesaggi naturali, i monumenti e le testimonianze di una lunga storia sofferta, le tradizioni e la cultura (anche la cultura dell’accoglienza); di non secondaria importanza risulta la qualità e l’economicità del cibo -conosciuto a livello internazionale- considerata l’assoluta genuinità dei prodotti dovuta, in assenza d’inquinamento atmosferico, ai metodi di coltivazione ancora naturali e all’allevamento brado. Chi pensa di fare un viaggio in questa terra, ma anche nella vicina Georgia e/o in Iran può contattare: www.originalarmenia.com.
L’ENOGASTRONOMIA
In Armenia si produce vino da oltre seimila anni, come hanno certificato recenti scavi archeologici, e risulta di ottima qualità: Il più diffuso e famoso tra i rossi è chiamato “Areni”, dal nome della località nella quale è prodotto e tra i bianchi il più buono sembra quello denominato “Arax”.Dalle vinacce si distilla anche il brandy, che forse è meno famoso del cognac francese, ma indubbiamente altrettanto amabile, se non migliore (Winston Churcill lo preferiva su tutti)! La cucina armena è varia e colorata, basata su piatti legati alla tradizione: è magra e leggera, ma nello stesso tempo nutriente. Gli ingredienti più utilizzati, sempre freschi e genuini, sono quelli di facile reperimento, come carne, verdura, pesce d’acqua dolce e uova e i cibi sono speziati con una infinità di erbe e condimenti ( menta, prezzemolo, coriandolo, basilico..) ma non risultano eccessivamente piccanti e spesso sono uniti a discrete quantità di cipolla e aglio.Il piatto tipico più diffuso è il khorovats, ovvero spiedini d’agnello o di carne alla griglia che sono sempre serviti con il pane lavash, una sottile sfoglia cotta in uno speciale forno interrato- il tonir-ancor oggi presente nelle dimore rurali- e che si possono accompagnare al vino Areni o all’ottima birra locale. Tra i primi piatti spiccano la zuppe, servite in originali cuccucume di coccio scuro, sia a base di legumi che di riso: il risi stesso-yeghindz-cucinato in differenti maniere, meglio valorizzato nei dolmà,involtini fatti con foglie di vite o di verza, in inverno; altri fagottini -topik- sono cucinati con i ceci e risultano molto gradevoli al palato. Tra glia altri piatti tipici spiccano il pastermà, filetto di manzo affumicato e speziato con dovizia, servito come antipasto e gustato con il lavach, il dzavar o bulgar, un tipo particolare di grano, spezzato e bollito che fa da base per zuppe o meglio per gustose insalate, se asciugato e unito a pomodorini, cetrioli, lattuga e menta –tabouleh-; il matzun, lo yogurt fatto in casa che si assapora a colazione con il miele o si diluisce con acqua fresca in estate-than-.
LUOGHI DA NON PERDERE
YEREVAN: la capitale è la città più popolosa (1.150.000 abitanti), nella quale convivono aspetti europei e caucasico/orientali, ha sempre avuto una notevole importanza strategica tanto che fu fondata come fortezza con il nome di Erebuni, continuamente contesa tra persiani e turchi.Yerevan è oggi il maggior centro economico culturale dell’Armenia e mette a disposizione del visitatore tutto ciò che può offerire una metropoli europea: la cura e la salvaguardia dei monumenti, la pulizia dei parchi, la qualità degli esercizi pubblici, quali bar,ristoranti, alberghi,il servizio taxi minuzioso ed economico. E’ una città giovane ed affascinante dove non mancano eleganza, raffinatezza,spettacoli internazionali.
ZVARTNOTS (sito Unesco) Il suo sito archeologico conserva i resti della maestosa Cattadrele di San Giorgio che fu costruita tra il 543 e il 652 per volere di Katholikos Nerses III, che vi spostò la Santa Sede. La Cattedrale venne innalzata nel posto in cui avvenne l’incontro tra il re Tridate III e San Gregorio L’Illuminatore, nel 930 colpita da un forte terremoto venne distrutta: rimase sepolta fino alla riscoperta nel 1900. Lo stile architettonico è un misto tra lo stile armeno e quello bizantino e l’interno presenta una pianta greca a tre navate ed era decorato con affreschi, mentre l’esterno era un poligono a tre facciate.
ECHMIADZIN – la città santa- (sito Unesco). a 30 km a est della capitale, conserva il tempio più sacro dell’Armenia e la sede del Catholicos, il capo della chiesa apostolica armena.E’ antichissima ed è stata capitale e città più importante fino a IV secolo.Il monumento più considerevole di Echmiadzin è la sua Cattedrale, costruita originariamente da San Gregorio l’Illuminatore, quando l’Armenia era l’unica nazione del mondo a riconoscere il Cristianesimo come religione di stato, dal 301.Oltre la Cattedrale, la città di Echmiadzin conserva altre due chiese di notevole importanza religiosa e artistica: Santa Gayane caratteristica per le sue proporzioni armoniose, costruita nel 630 e Santa Ripsime costruita nel 618 e sopravvissuta fino ai nostri giorni praticamente intatta. Altre località di notevole interesse sono: MONASTERO DI GEGHHAD nella valle del fiume Hazat (patrimonio dell’Unesco). il TEMPIO di GARNI dedicato al dio MITRA. i MONASTERI di HAGHPAT E SANAHIN (patrimoni Unesco), il MONASTERO di KHOR VIRAP , il biblico MONTE ARARAT, il MONASTERO fortificato di TATEV, il sito preistorico di KARAHUNJ (Zorats Karer).
Raffaele Montagna