La lunga storia della Prealpina inizia a Varese nel lontano 2 dicembre 1888. Il nuovo giornale, diretto, fondato e edito da Giovanni Bagaini, uscì in quattro pagine su quattro colonne al prezzo di 5 centesimi. Si chimava CRONACA PREALPINA. Il “sciur Giuan” era un liberale moderato, cresciuto alla scuola milanese del “PUNGOLO”. Dopo pochi anni, la CRONACA PREALPINA potè già considerarsi un giornale affermato a Varese, attento soprattutto all’informazione locale e alle innovazioni tecnologiche dei primi anni del secolo. La tiratura era di 2500 copie al giorno, ma nel 1914, con le nuove rotostampatrici acquistate a Torino e a due nuove macchine compositrici, la tiratura aumentò. Il giornale veniva fabbricato nella redazione, ma pensato nella città, nei caffè. Alto, elegante e affabile, Giovanni Bagaini incontrava ogni giorno gli amici della borghesia liberale al Caffè Guarnieri. Nel 1928 i fascisti lo costrinsero a lasciare, dopo ben quarant’anni, la CRONACA PREALPINA, ormai in crisi. Il giornale allora venne acquistato dalla Società Editoriale Varesina, di cui erano soci gli industriali della provincia, e dovette come gli altri adeguarsi alle veline del regime. Alla lberazione divenne l’organo del CNL, prima come CORRIERE PREALPINO e poi come NUOVO CORRIERE PREALPINO. IL 1°ottobre 1946 nacque LA PREALPINA, che tornò di proprietà dell’Editrice Varesina. La vera ripresa del giornale però ebbe inizio con le elezioni politiche del 1948, in cui trionfò la DC alle cui posizioni il giornale ispirò la propria linea. Negli ultimi quaranta’anni le novità non sono state molte: il 3 gemmaio 1960 Mario Lodi, in redazione da pochi anni (7) ne divenne il direttore; nel 1968 la tipografia usava macchine di stampa in offset e nell’ottobra 1972 il primo esperimento di fotocomposizione. La nuova sede fu inaugurata nel 1969 e la tiratura aumentava – nel 1959 la vendita media giornaliera era di 10.500 copie nel ’78 18.500. Una storia lineare e unica nel suo genere: due soli proprietari in quasi un secolo di vita. Nel 1983 la società ha una quarantina di soci, tra cui molti professionisti di Varesee, aziende come l’Areronautica Macchi, il Calzaturificio di Varese, la Conciaria Valle Olona, la Banca Popolare di Luino e di Varese, e un vanto; di aver sempre garantito la distribuzione di una cedola per i dividendi dell’utile. “ho sempre voluto condurre questo giornale come un’azienda privata e non pubblica altrimenti avremmo un passivo di miliardi. Non dimentico mai che c’è in gioco anche la sicurezza delle famiglie e di quelli che lavorano” diceva in una intervista Mario Lodi. Se l’immagine che il giornale emana è quella di pulizia e di rispetto delle tradizioni di accorto adeguamento ai tempi , la PEALPINA si è data negli ultimi anni una finosomia di moderno giornale di servizio. La pubblicità ne è un esempio. Le tariffe per avvicinare nuovi lettori-inserzionisti sono tra le più basse d’Italia e la provenienza e al 70% locale, così come viene data molta importanza ai necrologi tanto che in alcune occasioni si è dovuto rimpicciolire il carattere di stampa per farli stare tutti nella pagina. Senza volerle rivestire di paroloni che non si addicono a gente pratica e concreta come quella di Varese, la PREALPINA ha accolto le grandi innovazioni di contenuto dei moderni quotidiani di provincia. In fondo la formula è semplice: non si può scimmiottare il CORRIERE in provincia, ma lo si deve battere nel settore della cronaca locale e delle informazioni spicciole, nella capacità di riportare a tutti i costi l’ultimo fatto o l’ultimo necronologio della notte sulla prima pagina della mattina dopo, diceva Mario Lodi merorabile direttore di quei tempi. Un’impostazione simile non permetteva voli pindarici: i grandi servizi, colti e costosi, non interessano i lettori della PREALPINA e anche troppa economia li annoia; basta una pagina la settimana. Neppure l’idea di un pool di quotidiani che possa utilizzare una redazione romana e avere grandi firme o servizi dall’estero smuovano la proprietà; si finirebbe per perdere la libertà e l’indipendenza di giudizio, infatti la collaborazione con altri giornali si limita ad alcuni servizi fatti in cooperativa, ma decisi di volta in volta. La struttura delle pagine della PREALPINA è quella tradizionale; in prima pagina ci sono i maggiori fatti nazionali e internazionali presi al 90% dall’agenzia Ansa, solo se è “forte” il fatto locale è sulla prima pagina. La PREALPINA è uno dei pochi giornali ad aver mantenuto la così detta “terza” cioè la pagina impegnata del giornale, e in questo caso è messa al servizio della cultura locale; perchè il compito di un quotidiano locale è quello di mettere in evidenza e valorizzare gli usi , i costumi, le tradizioni e i personaggi del proprio territorio.