Dispaccio dell’ottobre 03, 2020
Una giornata di quelle belle, con cielo sereno e clima mite fino a sera, o quasi; queste le previsioni per il primo sabato del mese di ottobre 2020.
A breve si festeggerà la Madonna del Rosario e la festa del paese. È dunque tutto pronto e in tanti si son dati da fare per sentirsi vivi. Ma dove siamo? Ad Urgnano in provincia di Bergamo. Gli storici dicono che qui, nel castello di questo borgo, trovò rifugio Michele Ghislieri, frate inquisitore che fuggiva da Bergamo in quelle giornate un poco “tese” di metà cinquecento… fuggiva da quelli che proteggevano il vescovo Soranzo dall’inquisitione.
Fu il proprietario del castello ed insigne giurista Giovanni Girolamo Albani, futuro porporato cardinale, ad aver cura dell’incolumità del frate. Proprio qui, in questo maniero. Cotal frate Ghislieri siederà poi, sul soglio pontificio dal 1566, col nome di Pio V: sarà lui a chiamare a raccolta la Lega Santa contro gli “infedeli” ottomani. Certo il Castello di Urgnano, ormai di proprietà comunale dalla seconda metà del ‘900, non è stato un luogo qualunque!, ed è perciò che oggi viene a rimembrarsi qui il 449° anniversario della grande battaglia di Lepanto, rievocata da: “Salodiani a Lepanto, 1571. Bergamo e Brescia verso il gemellaggio culturale”. L’ evento culturale è curato da Prama Cultura Bergamo, inserito nel circuito internazionale “On the routes of Lepanto”, in collaborazione e col sostegno del Comune di Urgnano, Associazione Promo Urgnano, Provincia di Bergamo e Regione Lombardia.
Saliamo dunque a bordo, si salpi chi può!
Chi in presenza, chi da remoto in una sala adiacente e chi addirittura dallo spazio internet, segue la diretta nel rispetto delle disposizioni AntiCoVid. I saluti di rito danno avvio al viaggio.
Il cielo è ancora sereno.
L’attraversata risulta interessante; gli echi della Magnifica Patria durante la Campagna di Cipro e nella suddetta battaglia navale, ricostruiscono un clima che fa pensare: incalcolabile il lavorìo da parte di tutti e di ciascuno; chi per necessità, chi per obbligo, chi per entrambi, chi per altro ancora, ma sempre e comunque uniti dalla Grande Impresa! Da monte a valle, giù giù fino al lago, una fitta rete di contatti e, tra un ordinativo di cannoni e relative palle nelle zone dei Salodiani, le fatiche di quegli artigiani per armare galee e galeazze in partenza con la flotta della Lega Santa, sono molto ben argomentate dai relatori.
Con un’eccellente voce femminile per l’intrattenimento musicale che segue, il pubblico transita tra le pagine di un ben documentato volume esplicativo della temperie religiosa in atto al tempo del culto della Madonna della Vittoria che, porgerà il rosario a tutti i bisognosi di consolazione nella fede, anche a Cremona.L’esposizione “Le armi della Serenissima” apre l’accesso a materiale giunto da collezioni private che generosamente hanno contribuito alla sicura efficacia di un livello culturale ricco di suggestioni e fonte di approfondimenti potenziali.
Quale attrezzatura da “galea” sarebbe oggi adatta a far navigare cultura?
Qui il pubblico, intervenuto con tutte le accortezze ma senza divieti di ripresa, sfodera le armi più moderne: batterie di cellulari per riprese video live o in differita, scatti multipli, anche in slow-motion… l’ambiente di navigazione è di pubblica proprietà, cioè accessibile ad ogni attrezzatura – antiscivolo in corda – che lo percorra. Il documento pixel darà conto, senz’altra pretesa se non amatoriale, della navigazione in corso con tutte le foto… nessun disperso!
La luce ormai va scemando…
Ed è “scivolata” così, in coda ai naviganti, una signora in visita: è bastato un colpo… di cellulare s’intende, con una foto al camino della sala successiva. Pronto in risposta l’agguato verbale del sorvegliante, volontario che neanche si qualifica ma risponde al fuoco con un desueto: <<Non si può fotografare all’interno! Ordine del Comune!>>.
Notabile la forza di immedesimazione con cui arriva l’ordine di divieto: brusco, di spalle, sonoro. Ma siamo nel 2020… e ai naviganti è da tempo consentito il beneficio del dubbio, anzi… il beneficio del sentirsi tutelati dai regolamenti di Legge. E il dubbio si trasforma in richiesta quando, un altro navigante in visita, sopraggiunge e chiede quale sia il regolamento che dà fondamento a questa interlocuzione perentoria, insistita con malagrazia, poco professionale. Per chi ci legge, proviamo a formulare la domanda: esiste una normativa nazionale che consenta riprese in luoghi pubblici o musei? Ovviamente a titolo amatoriale e personale, come ammesso immediatamente dalla signora, messa “mani in alto”! La visita prosegue, apparentemente nei modi lineari che s’addicono a tutti i luoghi perlomeno di civile convivenza. Quand’ecco che, usciti a rivedere il cielo… viene sparata su chi poco prima ha chiesto conto del regolamento, una sorprendente raffica di fuochi d’artificio, brillanti per lo sproloquiare arrogante e minaccioso, per nulla dialogante o interlocutorio, per di più offensivo e persino indirizzato agli abitanti del borgo!
Che innesco! In una rotta culturale così ben avviata… il chiedere conto della stella polare su cui orientare tutto e tutti, in una parte dell’organizzazione ha provocato una esposizione muscolare verbale che mette in imbarazzo, come minimo.
Domanda: che sia miglior cosa essere al servizio del progetto culturale senza preoccuparsi di conoscere la normativa? Ma ancora vediamo il malcapitato di prima, quello già preso a male parole, che cerca di sdrammatizzare, dove può, con ironia ma… è in un clima ormai fuori rotta che i naviganti in visita, spettatori sorpresi e scioccati, assistono al fuoco d’artifizio finale, che in gergo da suburra viene suggellato con un “bestemmione”.
Sale al cielo il gusto amaro della polvere pirica.
… Ma, signori organizzatori, il rispetto dell’altro e l’equilibrio nel relazionarsi, secondo costumi condivisi e altrettanto condivise regole per la divulgazione di Cultura, purtroppo non ha avuto, in questo deprimente episodio, altro che la dimostrazione del contrario. Un’“ombra” deprecabile, tonante, brutale quanto inutile. Altro che “frenare le paure con la cultura”, frase tanto spesso ripetuta in tempo di CoVid, con ragione, da tutti coloro che han visto il pericolo del vuoto nella frequentazione di gallerie, teatri, musei… financo nella scuola! Tutto ciò ferisce inutilmente il senso civico e anche il prossimo, affermandosi con l’esercizio arbitrario ed abusivo. Desiderio di potere? E quale? Al nostro lettore infine, sovverrà che con il DL 83/2014, art.12 punti 3 e 3 bis, convertito in legge da legge 106/2014, che ha integrato l’articolo 108 del Codice dei beni Culturali, sono divenute libere le riprese amatoriali, senza fine di lucro ed eseguite senza l’uso di mezzi che possano danneggiare le opere (luci artificiali o flash) e senza l’uso del cavalletto.
La luce del sole s’è ormai eclissata.
Il vostro Guerino da Bergamo