E’ a Castiglione Olona che Masolino assurge alla sua maggior grandezza; è Castiglione che lo rivela come artista maggiore della sua fama. Bisogna, quindi, liberarsi dell’equivoco binomio Masolino/Masaccio se si vuole comprendere la vera figura di Masolino e la vera portata della sua opera. Come da Masaccio egli aveva preso quel tanto che gli conveniva specialmente per ciò che riguarda lo spazio e la luce, così dall’ambiente internazionale attinge il resto, dall’arte di Fiandra e del Bramante. L’arte di Masolino rientra nel grande movimento internazionale del Gotico Cortese che in Italia annovera artisti di incisiva potenza disegnativa come il Pisaniello o di fiabesca e suggestiva grazia come Stefano da Zevio o Gentile da Fabriano, per non ricordare che i maggiori, è pur vero che in lui già urgono le premesse rinascimentali, singolarmente affini al lato estetico, a quelle del Ghiberti.
Sono proprio quegli accenni toscani che fanno di Masolino un artista che non è soltanto gotico – anche se si può considerarlo come colui che chiude il Gotico Cortese e Internazionale-, ma come una sorta di anello di congiunzione tra la precedente arte e il Rinascimento che trova il suo primo, originale e formidabile assertore in Masaccio. I raffinati artisti del Gotico Cortese si trovano in ogni dove, in Italia con Giovanni da Modena, con gli Zavattari, coi Pisaniello, con Stefano Zovio e con Gentile da Fabriano, in Austria con il Maestro di Heiligekreuz, in Boemia con il Maestro di Trebon, in Germania con Conrard von Soest, in Spagna con Lius Borassà. Masolino compie una mediazione che non è tanto quella di un toscanismo, quanto di una preparazione umanistica attuata in Lombardia su un piano meno regionale; gli Zavattari di Monza, ad esempio,sono stati influenzati proprio attraverso quei caratteri autonomi che derivano da una riuscita fusione di elementi toscani, lombardi e gotico-cortesi. Direttamente dagli Zavattari e da Masolino derivano sia il Butinone che lo Zenale in cui, naturalmente sono presenti anche influenze del Foppa e di Mantegna.
In tale modo si compie gradualmente il passaggio tra Gotico Cortese e Rinascimento. L’idealismo puro che a volte si richiama al simbolo, il gusto concettuale e, magari, formale dei Gotici che prescindono da ogni osservazione diretta e profonda della natura, a poco a poco si muta nello spirito dei nuovi tempi e la grande ondata viene a smorire, senza sussulti, ampiamente e dignitosamente sulle prode del Rinascimento.
E’ proprio in questo clima ed in questo mondo che si profila la figura di Masolino; solo così possiamo capire pienamente gli affreschi castiglionesi, il suo messaggio che è l’ultimo di un mondo che muore e il nuovo di un mondo che sta nascendo.