Si è conclusa in questi giorni la nomina del nuovo presidente della provincia di Varese e dei suoi collaboratori. Vogliamo, proprio in quest’occasione,ricordare ciò che avvenne nel lontano 1926.
Il chiodo fisso di Varese e dei varesini era stato la possibilità di godere dell’autonomia e di staccarsi da Como. In quel lontano 6 dicembre 1926 uno storico telegramma dava vita ai sogni. ” Sindaco di Varese -recitava il testo- oggi su mia proposta il Consiglio dei Ministri ha eletto codesto Comune alla dignità di capoluogo di provincia. Sono sicuro che col lavoro e colla disciplina e colla fede fascista codesta popolazione si mostrerà sempre meritevole della odierna decisione del Governo Fascista. f.to Benito Mussolini”.
Nasceva così la Provincia di Varese. Il decreto definitivo che fissava anche i limiti geografici porta la data del 2 gennaio 1927 anno V,ma si tratta solo dell’imprimatur burocratico e ufficiale al provvedimento. Il governo accoglieva quindi un desiderio manifestato da eminenti personalità varesine, che interpreti dell’eredità morale di passate generazioni ,che in contesti storici differenti, avevano formulato il desiderio che alla “città giardino” fosse riconosciuto un ruolo amministrativo che per molteplici ragioni le competeva. Tra i più fervidi propugnatori della Provincia di Varese c’erano Giovanni Bagaini, fondatore e direttore del quotidiano locale “Cronaca Prealpina” e membro della Commissione Reale Straordinaria Amministratrice della Provincia di Como, e l’avvocato Giulio Moroni, due personalità il cui peso di era fatto sentire in più occasioni e che determinarono le decisioni del Governo.
Bagaini e il giornale in particolare avevano sostenuto e chiarito l’esigenza di autonomia ed è quindi logico che l’arrivo dello storico telegramma trovasse ampio spazio nei titoli e negli articoli della “Cronaca Prealpina”. “La nuova provincia di Varese istituita su proposta di S.E Mussolini” e nel corsivo “l’opera del Duce” che esprimeva il favore incondizionato dei giornalisti al nuovo organismo amministrativo provinciale e ripercorreva le tappe che avevano condotto all’importante provvedimento. Il ruolo svolto da “Cronaca Prealpina” in quegli anni è ampiamente riconosciuto tanto che nel 1952 il prof.Giovanni Bianchi su un editoriale pubblicato nel venticinquennale della Provincia scrisse “senza l’opera di Giovanni Bagaini e del suo giornale non si spiegherebbe l’esistenza di questa Provincia”