Contrariamente alla credenza che la vite sia una pianta importata in Italia o meglio in Europa dall’Asia occidentale in tempi remotissimi,i numerosi reperti fossili ritrovati dall’estremo nord del Continente fino ai Paesi mediterranei, attestano sicuramente che dal principio dell’era terziaria erano presenti piante di genere botanico “Vitis”, vere antenate della viticultura europea.
In Lombardia, semi di viti furono trovati nelle palafitte e nelle terramare del Garda (stazione dell’età del bronzo),semi che analizzati e studiati sono sicuramente del tipo “Vitis Vinifera Silvestris Gmer”. Il ritrovamento però in esigue quantità non permettono di attestare una vera produzione enologica, che appare solo più tardi, 2000 a.C. nell’Italia meridionale, probabilmente grazie alle remote correnti commerciali della civiltà minoica e egeo-micenea. Alla diffusione della primitiva attività vinicola nell’Italia, hanno contribuito gli Etruschi, i quali, secondo una ipotesi comune che li fa provenire dall’Oriente (10/11 sec. a.C.),possedevano delle nozioni agricole e in particolare vinicole più avanzate delle popolazione autoctone. E’ infatti possibile che siano stati gli Etruschi fra il 7°e 5° sec. a.C.,nell’estendere il loro dominio dalla valle del Po fino ad Adria e nelle valli occupate dai Rezi a portare l’uso del vino. Al fiorire però di questa attività in alta Italia, hanno concorso anche gli Euganei, la cui civiltà (atestina), dura circa un millennio prima dell’occupazione romana ed ebbe evidenti influssi anche in altri popoli al di qua ed al di là delle Alpi.
E’ con l’avvento dei romani che si hanno notizie più certe sulla coltivazione della vite nella nostra penisola. Tali conoscenze , abbastanza scarse nei primi secoli della storia di Roma, anche se la vite era tenuta in grande considerazione dai Sabini e Latini che la consideravano quasi sacra, andarono man mano affinandosi, grazie all’apporto degli interscambi che si vennero a creare in seguito alle grandi conquiste romane tra il V e III sec.a.C. che diedero a Roma il dominio del Mediterraneo e quindi al’acquisizione di tecniche agrarie sempre più raffinate. Di ciò troviamo resoconti e testimonianze nelle opere di autori latini, Catone (circa 200 anni a.C.) Columella, Plinio il Vecchio. Riferimenti alla vite a al vino li troviamo anche in opere di poeti quali Virgilio, Orazio, Ovidio, Marziale.
E’ Certo che l’espansione dell’Impero Romano diffuse queste conoscenze e di esse ne beneficiò anche la viticultura lombarda. ( fine prima parte)