Fa freddo! Il pallido sole illumina tenuamente la pista spruzzata di neve. A qualcuno, mentre si attende un arrivo “straodinario” viene in mente l’inizio del secolo quando Giovanni Agusta, l’ingegnere Gianni Caproni e il tenente colonnello Vittorio Cordero di Montezemolo sperimentavano proprio li, nei prati adiacenti la vecchia cascina Malpensa, i loro biplani e le loro “impossibili” macchine volanti. Pionieri, piloti coraggiosi,tenaci costruttori che a cominciare dal 1907 fecero di quella zona il punto di riferimento dell’aviazione delle costruzioni aeronautiche del nostro Paese; quel giorno è arrivato:”22 febbraio 1950″. Durante la notte ha nevicato Malpensa ha l’aspetto di una landa ma quel giorno è ricordato come la tappa fondamentale dello sviluppo dell’aeroporto della brughiera: l’inaugurazione del volo settimanale New York-Malpensa -Cairo. L’avvenimento ha il carattere dell’eccezionalità con la presenza tra le autorità milanesi e varesine, dell’ambasciatore statunitense Jemes Dunn.
C’è emozione senza dubbio, la guerra è terminata da pochi anni e solo due anni prima , nel 1948, una società di Busto Arsizio,aveva dato inizio al ripristino della pista (1800 mt.)danneggiata dall’esercito tedesco durante la ritirata. Una velleità quella bustocca? Forse, del resto il loro obiettivo era realizzare un grande aeroporto per la loro città….trovarono pochi consensi e tanto scetticismo (rimasto ancor oggi nelle sedi soprattutto romane): La spuntarono mettendo in campo determinazione e pragmatismo,tipico della gente abituata da sempre a fare i conti con il duro lavoro, i telai, la produzione, le fabbriche, i danèe. Certamente non lo sapevano, ma avevano gettato le basi un una cosa tanto importante che sarebbe servita poco a Busto ma molto all’intero paese che stava faticosamente emergendo dal barato della guerra. Oggi 1950 sono li nella bruma a battere le mani,più per mitigare il gelo più che per onorare gli illustri ospiti. Jemes Dunn accompagnato dalla consorte è arrivato da Roma con un “Dakota” alle 12.40, atterrato su un leggero strato di neve, dando l’impressione di pattinare pericolosamente…..quando passate di poco le 13, si avverte il rombo dei motori “Costellation”. Il quadrimotore della Trans World Airline “tocca” senza problemi fermandosi davanti al palco delle autorità. L’ambasciatore è vicino all’avv.
Greppi sindaco milanese della resistenza e stingendosi la mano sottolineano l’inizio di una nuova epoca; gli ospiti statunitensi raggiungeranno Roma il giorno successivo dove saranno ricevuti dal Pontefice Pio XII e dal Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi. Malpensa è ancora una pista di cemento, la nuova aerostazione sarà inaugurata soltanto nel 1959 con l’intervento del Presidente Gronchi e del Generale De Gaulle. Molti anni sono trascorsi da quel lontano 22 febbraio 1950. Il nome cambiato del vettore della TWA da “stella del Missuri” a “star of Milan” ha portato fortuna, Lo scalo della brughiera è cresciuto si è sviluppato è diventato “adulto” nonostante i dibattiti, le critiche le polemiche; per questo non possiamo scordare i primi eroici voli di quei temerari delle macchine volanti che diedero credito al futuro nonostante tutto e tutti.