Quella mattina del 2 febbraio 1950, la notte aveva nevicato, segna una tappa fondamentale per l’aeroporto di Malpensa: si inaugura il volo settimanale New York-Milano-Cairo. Fa freddo e un pallido sole illumina la pista spruzzata di neve, torna alla mente l’inizio del secolo, quando Giovanni Agusta, l’ingegnere Gianni Caproni e il tenete colonnello Vittorio Cordero di Montezemolo sperimentavano nei prati vicino alla vecchia cascina della Malpensa i loro biplani e le loro approssimative macchine volanti. Pionieri, coraggiosi piloti, tenaci costruttori che a partire dal 1907 fecero di quella zona del gallaratese il punto di riferimento dell’aviazione e delle costruzioni aeronautiche dell’Italia.
La nostalgia fa posto all’orgoglio…da allora sono passati pochi decenni e Malpensa si appresta a ricevere il quadrimotore della TWA “Costellation” che getta un ponte tra la brughiera e la mitica America. L’emozione è palpabile, solo due anni prima -1948- una società di Busto Arsizio aveva ripristinato la pista -1800 mt- danneggiata dall’esercito tedesco in ritirata. Una velleità quella dei bustocchi? No. Il loro obiettiva era proprio quello di realizzare un aeroporto per la loro città, anche se trovarono pochi consensi e tanto scetticismo. La spuntarono mettendo in campo quella determinazione quel pragmatismo tipico della gente abituata sempre a fare i conti con il duro lavoro, i telai, le fabbriche , la produzione i danèe, forse non lo sapevano, ma stavano costruendo le basi di una cosa importante che avrebbe servito poco a Busto ma enormemente a tutto il settentrione d’Italia. E ora sono qui a ricevere lo zio “Sam”.
L’ambasciatore James Dum, accompagnato dalla signora che indossa una preziosa pelliccia, è arrivato da Roma a bordo di un “Dakota” atterrato alle 12.40 che pattinando dolcemente sulla neve dava l’impressione di non fermarsi e sono passate da poco le tredici quando si avverte il rombo tipico dei motori del “Costellation”, l’applauso sale spontaneo, il quadrimotore della TWA-Trans World Airline- tocca terra senza problemi e si ferma davanti al palco delle autorità. L’ambasciatore è vicino all’avv. Greppi, Sindaco di Milano ed eroe della resistenza; i due si stringono la mano sottolineando in quel modo l’inizio di una nuova epoca. Dal veivolo scendono quarantadue persone, sono in gran parte giornalisti americani, vestiti con il doppiopetto di grisaglia, i pantaloni larghi e il cappello tipico dei reporter d’oltre oceano.
Hanno passato la notte a Parigi, dove il veivolo ha fatto il suo terzo scalo dopo la partenza da New York, raggiungeranno in auto Milano e il giorno dopo voleranno a Roma dove saranno ricevuti dal Pontefice e dal Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi. Malpensa è una lunga pista di cemento, la nuova aerostazione sarà pronta soltanto nel 1959 e all’inaugurazione parteciperanno il Presidente Gronchi e il generale De Gaulle. Madrina della cerimonia la moglie dell’avvocato Greppi che per l’occasione tenne a battesimo il nuovo nove del veivolo che da “Stella del Missouri” divenne “Star of Milan”, la stella di Milano. quella stella continuò a brillare fino a diventare Malpensa Duemila.