“Como è coi forti… vissovien disse Alberto da Giussano….” chi non si ricorda questi versi che hanno gettato l’infamia di città fedifraga, venduta ai nemici della patria…il Barbarossa. Per la verità storica molte furono le città che si unirono all’imperatore Federico Barbarossa nell’assedio di Milano del 1158. Oltre a Como, Pavia, Cremona, Bergamo, Parma, Novara, Asti, Vicenza, Treviso, Padova, Verona, Ferrara, Ravenna, Reggio, Bologna, Modena.
via Carducci
In via Carducci ha sede l’Istituto Nazionale di Setificio. Como ha fama in tutto il Mondo-forse più che in Italia- per la produzione di seta. Ma il nobile allevamento del baco da seta non trova quasi più adepti. Nessuno vuole avere a che fare più con i bigatti, cioè con i graziosi bruchi. I comaschi inoltre, e gli italiani in genere, ne ignorano un uso che non mancherebbero di considerare barbarico: quello gastronomico: Eppure in Cina, i bachi da seta sono una squisitezza da mandarini previlegiati.
via Castel Baradello
Dalla Chiesa di S. Carpoforo si sale, in mezzo ai boschi cedui, alla sommità della collina del Baradello (mt 451) ove restano imponenti i ruderi di un famoso castello. Nel lato sud della torre si scorgono ancora i supporti metallici di una gabbia in cui fu rinchiuso Napoleone Torriani, e qui lasciato per 18 mesi esposto a tutte le intemperie. Alla fine il Torriani si tolse la vita fracassandosi la testa contro le sbarre della gabbia. Racconta la storia che questa fu una vendetta del comasco Simone Muralto, il quale era stato rinchiusa dai Torriani in una gabbia infissa sul muro del palazzo comunale di Milano; liberato nel 1275 dopo dodici anni di sofferenza, il Muralto riuscì a catturare il Torriani e lo ripagò appunto di ugual moneta. Di fatto Napoleone (Napo) Torriani fu fatto prigioniero dopo la battaglia di Desio (21 gennaio 1277), vinta da Ottone Visconti, che diede inizio alla signoria della sua famiglia su Milano e sulle terre vicine.
Dopo la morte di Napo Torriani nacque la leggenda “ squallida ed irta di grand’unge e pelo..del fier Napoleon la infelice ombra” vagasse minacciosa , nella notte, fra le mura del castello, insieme a i fantasmi “d’arme ancor cinti, ancor di sangue lordi” di quanti avevano sofferto l’ignominiosa prigionia e la morte con lui: il figlio, il fratello Corrado detto il Mosca, Ereno Lombardo Cavernario e Guido della Torre. ( dal poemetto l’eccidio di Como di Rezzonico)
Il Baradello fu smantellato nel 1527 da Antonio Leyeva governatore spagnolo di Milano, impossibilitato e difendersi contro le forze del Re di Francia. Fu lasciata più o meno intatta solo la torre, restaurata nel 1903.