Creazione unica di arte e fede, che esprime la profonda religiosità di queste terre. Esse furono ideati tra il Cinque e Seicento per essere percorsi dai pellegrini che si soffermavano nelle cappelle ad ammirare le sculture sacre. Questo carattere irripetibile di arte ha fatto conquistare ai cinque Sacri Monti, sparsi tra Piemonte e Lombardia il titolo di patrimonio dell’umanità. Domodossola, Ghiffa, Orta San Giulio,Varese e Ossuccio.
IL SACRO MONTE DI VARESE
Luogo mistico per definizione, il Sacro Monte di Varese ha ispirato poeti e artisti d’eccezione nel corso dei scoli .Pare che gli Italiani non possano guardare un posto elevato senza chiedere di mettere qualche cosa in cima , e poche volte l’hanno fatto più felicemente che al Sacro Monte di Varese così commentava nel 1881 lo scrittore inglese Samuel Butler.
Il Borgo di Santa Maria del Monte nacque probabilmente in età romana come ultimo avamposto e punto di avvistamento contro le ondate invasive delle popolazioni barbare , nel periodo del tardo impero; sull’alta vetta del monte venne eretta una torre di vedetta, successivamente sviluppatasi in vero e proprio fortilizio. Il controllo del presidio passò però agli Ariani sconfitti, come narra la leggenda, nel 389 d.C. da Sant ‘Ambrogio, vescovo di Milano: quest’ultimo provvide anche a far erigere la prima chiesetta sulla sommità del monte. Il Sacro Monte comincia così ad affermarsi come luogo di culto già prima del mille è documentata la presenza di una chiesa preromanica dedicata alla Vergine Maria e dipendente dalla basilica di San Vittore mentre nel 922 è confermata l’esistenza del castello “sito castro Monte Vellate”.
L’importanza strategica del fortilizio di Santa Maria, tra i più forti nel Contado del Seprio, emerge compiutamente nel medioevo, all’epoca delle lotte tra papato e impero: a contendersi il predominio della zona sono l’arcivescovado milanese, da cui formalmente la rocca già dipende e l’antica nobiltà longobarda, di tendenza filo imperiale, quando quest’ultima riesce, nel 1045, a far eleggere arcivescovo un suo esponente , Guido Bianchi da Velate, i contrasti si inaspriscono: Santa Maria diventa il quartier generale della fronda a Milano fino addirittura ad ospitare l’esercito di Federico Barbarossa, nemico giurato del clero ambrosiano. Con la salita al potere della famiglia Visconti, la storia cambia e la rocca sul Sacro Monte comincia a perdere potere fino ad essere smantellata del tutto, oggi ne rimangono visibili nel borgo rare traccie inglobate nel Santuario e tra le case private. Il 1400 è per Santa Maria un secolo buio, di profonda decadenza, i boschi selvaggi riguadagnano terreno e la zona si presta solo per eremitaggi religiosi. Ed è proprio quel che accadde nel 1452, quando scelgono quale luogo d’eremitaggio prima Caterina Moriggi da Pallanza e poi Giuliana Puricelli da Busto, cui nel 1474 Papa Sisto IV concesse la facoltà di impiantare un convento agostiniano. Lo sviluppo del borgo prosegue fiorente fino al ‘600 quando a partire da un’intuizione della romita (suora) Tecla Maria Cid e dall’impegno del frate cappuccino Giovan Battista Aguggiari, viene progettata e realizzata la monumentale salita del Rosario, che vede l’intervento di alcuni tra i più importanti artisti e architetti d’epoca, tra cui il Bernascone, il Nuvolone e il Legnanino.
Il progetto, in piena epoca di Controriforma ottenne l’assenso dei Cardinali Carlo e Federico Borromeo e di papa Paolo V. Il cantiere rimase aperto dal 1604 al 1630 e qualche anno in più la preparazione delle trecento statue e degli affreschi del percorso. Punteggiano il cammino quattordici cappelle -la quindicesima e all’interno del Santuario-, tutte diverse tra loro e disposte sul crinale del monte secondo una precisa teoria architettonica e spaziale, le collegano rampe acciotolate di direzione, pendenza e lunghezza sempre diversa e che colmano un dislivello di 245 metri. La chiesa dell’Immacolata Concezione , collocata davanti al primo arco è l’edificio introduttivo della Via Sacra . Nell’abside si trova la statua di Maria che scaccia il drago, mentre nelle otto nicchie delle pareti sono visibili le statue dei dottori che difesero il dogma, opera di Francesco Silva. Gli affreschi, tra cui il Concilio di Trento dei fratelli Lampugnani. L’antico Santuario, fondato prima del mille, assume la definitiva fattezza barocca che attualmente lo contraddistingue, Il paese, luogo di pellegrinaggi religiosi, assurge infine negli ultimi anni dell’800 al ruolo di località turistico vacanziera, suggellata dall’attivazione della linea della funicolare che la collega a Varese.
mi sembra buono