L’ inondazione di cui si ha memoria certa risale al 1584, si ricorda anche, indietro nel tempo quella del 27 settembre 1773, quando una straordinaria piena a Legnano provocò anche alcune vittime. La più terribile il 30 maggio 1917, gli stabilimenti di Castellanza e Legnano subirono gravissimi danni, il cotonificio Cantoni il più colpito.” Lo straripamento dell’Olona ha provocato considerevoli danni, Cairate è completamente allagata. Da Castiglione Olona a Fagnano fino a Solbiate Olona le campagne sono completamente allagate e alcuni stabilimenti hanno sospeso il lavoro.
Appena oltrepassato il paese di Gorla Maggiore, le acque dell’Olona irruppero così violentemente da trasportare grossi pezzi di arginatura. Numerosi mulini sono disabitati perchè i proprietari dovettero con le loro masserizie e il bestiame riparare sull’altopiano.” Così il cronista della Prealpina descriveva la piena dell’Olona che, il 9 dicembre 1924, provocò gravi danni in varie parti della provincia di Varese e dell’Altomilanese. Non fu ne la prima ne l’ultima piena del fiume il quale, nel corso della sua millenaria storia, ha spesso superato gli argini. ” Essendo L’Olona alimentato solo da sorgenti e acque meteoriche, come sosteneva l’ing. Luigi Mazzocchi, nel suo “dizionario del fiume Olona”, soffre di grandi magre nei mesi di luglio, agosto, dicembre, gennaio e di grandi piene nei mesi di marzo, aprile, ottobre e novembre, e poichè l’alveo e piuttosto angusto nei mesi piovosi o per un nubifragio, le acque straripano in molti punti tra Varese e Milano danneggiando spesse volte campi e opifici.” Il fiume però non rievoca soltanto immagini di distruzione e morte: Questo corso d’acqua infatti ” ha significato moltissimo per la storia della provincia di Varese e dell’Altomilanese.
Tornano alla memoria gli antichi mulini, le filande, i ponti i campi irrigati. “Imparare la storia, vuol dire risorgere dai terreni e dalle acque, dalle pietre costruite e dalle parole legate agli uomini, perchè di quello che è veramente storico, il popolo serba una memoria”-R.Bacchelli- Sono parole dettate dalla meditazione sulla storia del Po al cui confronto il fiume Olona “si mette in una posizione di inferiorità” “Anche se -scrive il prof. Gianazza nel volume Profilo storico di Legnano- nel suo capriccioso andare attraverso le terre, l’Olona ha raccolto sulle sue sponde i segni di una palpitante realtà, caratterizzando con la sua presenza la vita di molti borghi.” Lungo le sponde dell’Olona, infatti,sono passate varie dominazioni: i Visconti, gli Sforza, i Francesi, gli Spagnoli, gli Austriaci, Napoleone, il Regno d’Italia. L’Olona è l’elemento cardine attorno a cui si è sviluppata l’economia del Varesotto e dell’Altomilanese.
Fin dal 1610, stando a una relazione dell’ing. Barca, vi sorgevano 116 mulini. Dalla metà dell’ottocento apparvero due cartiere, alcune filature, un torcitoio di seta, diverse concerie. Poi arrivarono i cotonifici con filatura e tessitura: la tela veniva stesa sui prati sempre verdi grazie all’irrigazione, l’acqua allora purissima e il sole la rendevano bianca senza alcun processo chimico. Nel 1920 c’erano anche due centrali idroelettriche -Viggiù e Varese- nove concerie, decine di cotonifici. Dai registri risulta che ancora nel 1917 lungo l’Olona vi erano 41 banchine di lavaggio pubblico, la cosa andò avanti per anni l’acqua era limpida e si poteva pescare in modo copioso grosse trote e perfino gamberi, e con il bel tempo anche un bel bagno. Poi gli scarichi industriali cominciarono a inquinare il fiume e solo ultimamente è iniziata la messa in sicurezza sia ecologica che naturale.