La famiglia Fini, molto probabilmente soggiornò a Panicale occasionalmente, infatti per quanto cercato negli annali dei centri limitrofi di questo cognome non vi sono tracce e nell’elenco telefonico della regione, l’unico Fini è a Perugia. Si può pensare a un soggiorno transitorio per un incarico temporaneo, l’insicurezza della zona, l’assegnazione del padre ad altra sede, il susseguirsi di eventi politici seguiti alla caduta del regime visconteo a Perugia, abbiano indotto la famiglia Fini a trasferirsi quando Masolino era ancora giovane (19 anni). Lo ritroviamo a Firenze, collaboratore del Ghiberti ottimo ricettatore delle porte del battistero e lui stesso finissimo cesellatore, ma la vera vocazione, coltivata da sempre, iniziata in Lombardia con Michelino da Besozzo (Va) e Giovanni da Milano, perfezionata poi in Toscana, era la pittura. Sappiamo che frequenta la bottega dello Stagnina, maestro fiorentino di riconosciuto valore. Berenson fa risalire la Tavola di Monaco al 1420, il suo primo capolavoro, la Madonna di Brema è del 1423, la collaborazione con Masaccio inizia nel 1424. Nell’aprile del 1425 incontra l’uomo che determinerà il suo destino: Cardinal Branda Castiglioni. Ingegno finissimo, politico duttile e smaliziato legato al casato Visconteo, profondo conoscitore di uomini, cose e situazioni che durante la sua vita (1350-1443) ebbe modo di partecipare spesso come mattatore e mediatore negli eventi più importanti del suo tempo.
Nel 1395 Arcivescovo di Piacenza è accanto al Filargo (Pietro da Candia Arcivescovo di Novara, futuro Papa Alessandro V) che declama l’omelia per l’incoronazione del duca Gian Galeazzo Visconti. Nel 1409 è protagonista e animatore del Concilio di Pisa, nel 1412 porta a felice compimento il matrimonio tra il novello duca Filippo Maria Visconti e la vedova di Facino Cane – Beatrice di Tenda- di 22 anni più vecchia. Unione efficace per rinsanguare le asciutte casse dello Stato e per unificare gli sparsi territori del Ducato di Milano. Nel 1414 è al Concilio di Costanza: Concilio laborioso e sofferto, ma estremamente positivo infatti l’11 novembre 1417 uscirà eletto Papa Oddone Colonna col nome di Martino V, di cui il Castiglioni sarà per anni suo braccio destro e con la cui elezione si conclude lo scisma d’occidente. Nel 1428, con il solito acume politico, il Cardinale contribuisce a rompere il blocco con cui la Lega (Venezia, Savoia, Aragona e Firenze) aveva costretto Milano, dopo la battaglia di Maclodio (1427) favorendo il nuovo matrimonio tra Filippo Maria Visconti e Maria di Savoia, figlia di Amedeo VIII. (Beatrice di Tenda era stata decapitata nel 1418 come ( fedifraga). Nei giorni di Pasqua del 1425 -anno Santo- il Branda era a Firenze, inviato dal Papa,per persuadere i governanti della città a non molestare o peggio a non impedire il transito dei pellegrini per Roma in quanto portatori di “valute pregiate” molto utili al papato. L’intesa tra il Cardinale e il pittore è istantanea., meglio dire ritrovata, perchè come sostiene il Berenson, le prime pennellate di Masolino nella Collegiata di Castiglione Olona risalgono al 1419/20?????
Qui però la parola la lasciamo agli esperti anche perchè la ristrutturazione della Collegiata fu decretata da Martino V nel 1421, forse che allora si sia iniziato a lavorare su altre opere che stavano per venire alla luce? Il palazzo, il battistero la chiesa di Villa…..? Sta di fatto che Masolino lascia Firenze per Roma e inizia la sua attività nella capitale. Il 1° settembre 1425 Masolino parte per l’Ungheria con il Branda che è stato incaricato di una delicatissima missione presso la corte imperiale: convincere il condottiero Filippo Buondemonti degli Scolari (Pippo Spano), generale di Sigismondo imperatore e re d’Ungheria a riprendere la guerra contro i Boemi Taboriti di Procopio, visto che il loro capo leggendario Zizka era morto. Il Buondemonti aveva grandissimo ascendente sull’imperatore, avendolo liberato dalla prigionia cui l’aveva ridotto Carlo III d’Angiò -per questo era stato nominato “Ospodaro” (volgarizzato in Spano) conte di Temesvar.
Per la verità Martino V dubitava molto della disponibilità imperiale a lasciarsi coinvolgere in un’altra crociata, anche perchè Sigismondo era stato sonoramente sconfitto tanto dai Turchi a Nicopolis -1396- quanto ripetutamente da Zizka e neppure Spano aveva avuto maggior fortuna nelle imprese militari contro i Veneziani condotti dal Malatesta a Motta di Livenza nel 1412 contro gli Hussiti Boemi. Una mania del Buondemonti erano le chiese, pare ne abbia fatte costruire circa duecento; il Branda gli porta Masolino proprio come rarità pittorica, capace di fargli una chiesa più bella di tutte le altre. La missione però non ebbe esito positivo anche per la sopraggiunta morte di Pippo Spano -1426- e così il duo rientrò in Italia nel 1427. Dal 1427 al 1431 Masolino lavora a Roma dove affresca in Santa Maria Maggiore e in S. Clemente, ammalatosi, forse di malaria, trascorre un periodo in Umbria dove lavorò in S. Fortunato a Todi e a Panicale affrescando la cappellina dei Landi (Corsetti) e forse la chiesina della Querciolana e l’Annunciazione in S.Michele (molto dubbia). Raniero Gigliarelli sostiene che Masolino abbia dipinto anche il S.Benedetto in S.Pietro a Perugia.
Ristabilitosi in salute, sollecitato del suo mecenate-Cardinal Branda-arriva a Castiglione Olona ove lavora con impegno e maestria per affrescare la Collegiata, il Battistero e il Palazzo Castiglioni. Nel 1431 muore Martino V, gli succede Gabriele Condulmer, veneziano, con il nome di Eugenio IV, tutt’altro che amico dei Visconti. Per il Branda, ormai vecchio, ma sempre lucido nel capire le situazioni è giunto il momento di passare la mano e con dignità come aveva sempre saputo fare, prende con sè Masolino e lo porta a compire i suoi capolavori. Chiude le sue peregrinazioni a Firenze ove muore nel 1440.(continua)
A. Simonetto